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ORTODONZIA

L’ortodonzia è la branca specialistica dell’Odontoiatria che individua, inquadra e cura tutte le anomalie esistenti nel rapporto tra le strutture scheletriche del viso e i denti in esse contenuti.

Tali anomalie possono essere divise in due grandi gruppi:

  • Malocclusioni Scheletriche;
  • Malocclusioni Dentali.
 

Nelle malocclusioni scheletriche le ossa mascellari superiori e inferiori (mandibola) crescono in modo disarmonico a causa di fattori genetici (DNA) o di fattori ambientali (respirazione orale, suzione protratta delle dita, abitudini viziate).

Nelle malocclusioni dentali è presente un alterato sviluppo e posizionamento degli elementi dentali e del loro ingranaggio.

COME SI CURANO LE ANOMALIE SCHELETRICHE E DENTALI?

L’ortodontista tratta le malocclusioni scheletriche con apparecchiature fisse o rimovibili che hanno finalità ortopediche durante il periodo pre-adolescenziale (dai 6 ai 13 anni).

Le malocclusioni dentali invece vengono trattate con le apparecchiature di tipo fisso, o mascherine, che agiscono esclusivamente sul movimento dentale.

È bene ricordare che un cattivo posizionamento dentale o scheletrico non consente una corretta funzione masticatoria, una corretta fonazione ed un corretto utilizzo delle manovre di igiene orale. Questo può agevolare la formazione di processi cariosi, di infiammazioni gengivali e di malattie del parodonto, ovvero dell’organo di sostegno del dente costituito dal legamento parodontale e dall’osso alveolare.

  • PERCORSO ORTODONTICO
  • MALOCCLUSIONI
  • ABITUDINI VIZIATE

Prima Visita

Durante la prima visita, il Dott. Enrico Briguglio esaminerà attentamente i denti ed i tessuti molli intraorali (gengive, lingua, labbra e guance), la mandibola, la mascella, le articolazioni, la forma e il profilo del viso, il modo di masticare, di deglutire e di parlare. Al termine della visita verrà valutata l’esigenza o meno di procedere ad un check-up ortodontico, in modo da poter elaborare e discutere con il paziente il piano di trattamento più idoneo a risolvere i problemi riscontrati.

Studio del Caso e Piano di Trattamento

Lo studio del caso consiste nell’analisi di tutti i dati che riguardano il paziente e nella conseguente formulazione di un piano di trattamento ad hoc che mira ad ottenere i risultati migliori nel minor tempo possibile. Durante lo studio del caso, sarà opportuno provvedere ad una radiografia panoramica delle arcate (ortopantomografia), una teleradiografia del cranio in proiezione latero-laterale, alla realizzazione di calchi in gesso e saranno fotografati sia il volto che i denti del paziente. L’ortodontista, attraverso una serie di misurazioni ed analisi sulle radiografie effettuate, può conoscere con esattezza la presenza/assenza dei denti, la loro posizione e la direzione di crescita, l’entità della malocclusione e può ottenere misure precise con le quali stabilirà il piano di trattamento più adeguato.

Applicazione Apparecchio

La scelta dell’apparecchio giusto da applicare nasce in seguito ad una corretta diagnosi del caso. A seconda dell’età del paziente e della malocclusione da trattare, l’ortodontista opterà per un apparecchio mobile o fisso. Mentre il primo è maggiormente utilizzato in età infantile, il secondo trattamento si applica sui denti permanenti in età adolescenziale.
L’apparecchio mobile (cioè rimovibile) viene utilizzato per intercettare precocemente le disarmonie dento-scheletriche o correggere problemi legati alle abitudini viziate nei bambini e nei ragazzi. Il trattamento ortopedico mobile può poi essere seguito, una volta sostituiti i denti decidui con quelli permanenti, da una nuova terapia mobile o fissa per completare l’allineamento dentale.

Controlli Ortodontici

Al fine di raggiungere l’obiettivo definito dal piano di trattamento, si procede con visite di controllo mensili nelle quali vengono sostituiti archi e legature. Lo specialista prenderà una nuova impronta dentale e fotograferà la bocca del paziente per avere un riscontro tra la situazione di partenza e la fine della terapia.

Contenzione

La fase di contenzione è, a tutti gli effetti, parte integrante della terapia ortodontica e svolge un ruolo fondamentale nel consolidamento dei risultati raggiunti. L’apparecchio di contenzione è un dispositivo mobile da indossare sull’arcata superiore, per lo più durante la notte ed alcune ore di giorno, per un periodo di tempo stabilito dall’ortodontista. Sull’arcata inferiore viene applicato uno splintaggio (filo) fisso sul lato interno dei denti. E’ determinante quindi che il paziente segua con rigore le indicazioni dello specialista, per non incorrere nel rischio, molto diffuso, che i denti ritornino nella posizione iniziale (recidiva) ovvero storti.

Prima Classe

Il rapporto tra i molari ed i canini superiori con i relativi antagonisti inferiori è nella norma. Nonostante ciò, sono presenti rotazioni, dislocazioni dentali o affollamenti dei settori anteriori e non si sviluppa la cosiddetta curva di iperbole ideale.

Seconda Classe

La posizione dei denti dell'arcata superiore è avanzata rispetto ai denti dell'arcata inferiore. Ciò aumenta la distanza tra gli incisivi superiori e gli incisivi inferiori.

Terza Classe

I denti dell'arcata superiore sono retroposizionati oppure testa a tesa rispetto a quelli dell'arcata inferiore provocando un'inversione del rapporto tra incisivi superiori ed incisivi inferiori.

LA RESPIRAZIONE ORALE

Molti bambini, soprattutto durante le ore di sonno, tendono a respirare attraverso la bocca invece che farlo con il naso. Questo meccanismo di inspirazione dell’aria è legato a ipertrofie adenoidee, deviazioni settali, ipertrofie dei turbinati, allergie, raffreddori frequenti. In realtà il protrarsi di questa abitudine fa sì che si possano sviluppare più frequentemente faringiti, tonsilliti, bronchiti (dovute al fatto che l’aria immessa non viene umidificata, purificata e riscaldata dalle narici) e che si possano verificare modificazioni della morfologia del mascellare superiore con sviluppo di un palato stretto ed ogivale, con relativo deficit trasverso (i denti superiori chiudono all’interno dei denti inferiori), narici ipotoniche, postura bassa della lingua e crescita verso il basso della mandibola. Tutto ciò frequentemente porta allo sviluppo di una malocclusione di classe II.

LA DEGLUTIZIONE INFANTILE

La deglutizione infantile anche detta “deglutizione atipica” è un’alterazione dovuta ad uno scorretto posizionamento della lingua durante questa funzione. Al momento di deglutire infatti i denti si serrano, la lingua viene spinta verso l’alto e la sua punta scorre sul palato formando una pressione negativa all’interno del cavo orale: questo consente il meccanismo della deglutizione. Nei bambini con deglutizione scorretta invece, la lingua resta bassa.

IL SUCCHIAMENTO PROTRATTO DEL DITO E/O DEL CIUCCIO

La suzione è un riflesso assolutamente naturale per ogni neonato ed è fondamentale per la sua sopravvivenza, permettendogli di nutrirsi. Al termine dell’allattamento molti bambini ritrovano nella suzione del dito o del ciuccio il ricordo del piacere, del conforto e del benessere provati durante il momento della pappa. Fino ai 2 anni, questa abitudine può essere tollerata ed è ampiamente diffusa. Se però l’abitudine di succhiare non viene autonomamente (o con l’aiuto dei genitori) abbandonata dopo i 3 anni, possono verificarsi effetti molto negativi a livello scheletrico e dentale. La pressione esercitata dal dito o dal ciuccio può arrivare a spostare la posizione dei denti e delle ossa e modificare la chiusura delle arcate. Ad esempio, tra gli incisivi inferiori e quelli superiori può determinarsi uno spazio perfettamente corrispondente a quello occupato dal ciuccio o dal dito durante la suzione (morso aperto). L’ortodontista interverrà in questo e in tutti gli altri casi di malocclusione, con l’applicazione di apparecchi che dissuadano il bimbo all’abitudine viziata e reindirizzino le arcate dentali verso uno sviluppo armonico.